Il Parent Training. Comunità Psichiatrica Crest “Teseo”.

Il Parent Training

Introduzione

La formazione delle famiglie può avvenire con le procedure del parent training. Una modalità consiste nel declinare due fasi in cui dapprima li si informa su alcuni aspetti tecnici, sulle procedure e la metodologia di riferimento, dopo di che li si coinvolge in un rapporto formativo in cui si applica quanto elaborato sul piano teorico.

La prima fase, definita informativa, si declina in 10 – 12 incontri gestiti dagli operatori dell’équipe multidisciplinare in cui si parla degli aspetti teorici dell’intervento (psicopatologia, farmaci, procedure educative e riabilitative, tutela giuridica …), evitando di parlare degli utenti della Comunità. In questa fase si cerca di fare emergere le competenze dei familiari e di trasferirle da uno all’altro mediante gli operatori che svolgono il ruolo di catalizzatori, oltre che fornire loro gli strumenti tecnici e di competenza specifica in ambito riabilitativo ed educativo.

Segue la fase formativa in cui i familiari sono direttamente supportati e coadiuvati su problemi concreti riguardanti il loro parente dall’équipe multidisciplinare. A questo punto si entra nel merito dei singoli casi e si cerca di applicare sul piano di realtà la parte teorica acquisita. Durante questa fase i familiari incontrano singoli operatori, a seconda delle necessità, ma anche altri componenti della micro équipe.

Se vi sono comitati di parenti, si cerca di far si che i familiari aderiscano per contatti di mutuo soccorso e per muoversi attivamente nelle sedi istituzionali per far valere meglio i propri diritti.

In sintesi:

 Parent training: processo che consta di una parte informativa e di una fase formativa in cui i temi trattati vengono resi operativi e condivisi tra tutti.

Il modello multimodale: tale concetto nasce dalla constatazione che patologie complesse come la schizofrenia o l’autismo riconoscono cause multifattoriali, da qui l’intervento multimodale ad opera di un’équipe multidisciplinare composta da più figure professionali (psichiatra, psicologo, infermiere, assistente sociale, educatore e altre).

La psicopatologia: si fa una rassegna delle principali patologie psichiche complesse che necessitano di interventi articolati in ambito riabilitativo e/o abilitativo (schizofrenia, ritardo mentale, epilessia, autismo) ed ogni operatore, a seconda del ruolo che ricopre coltiva la sua specifica formazione.

Gli psicofarmaci e i farmaci neurologici: in seguito alla separazione per legge tra le specializzazioni mediche di neurologia e psichiatria, negli ultimi anni si è verificato un riavvicinamento operativo, anche per via di molte zone di sovrapposizione tra le due branche (es. ritardo mentale). Psicofarmaci utilizzati dagli psichiatri per curare ad es. il disturbo bipolare, vengono regolarmente utilizzati dai neurologi per la cura dell’epilessia. Le nuove tecniche di brain imaging stanno rivelando sempre più i nessi tra il cervello e la mente, accorciando di conseguenza la distanza tra la psichiatria e la neurologia.

Assertività: si tratta di uno stile di comunicazione e di vita elettivamente scelto come modello di riferimento alternativo a quello passivo e/o aggressivo. L’equivalente dell’assertività sul piano educativo è l’autorevolezza, da preferire all’autoritarismo o al permissivismo. L’assertività viene ricercata e vissuta sul piano esperienziale come la più opportuna modalità relazionale ed in generale il modo preferibile, per gli esseri umani, di stare tra di loro.

Apprendimento: vengono descritte e studiate le principali forme di apprendimento e le relative tecniche comportamentali. Ogni partecipante viene reso edotto dei principi dell’analisi funzionale del comportamento, del ciclo istruzionale e sul piano pratico impara ad utilizzare un’apposita scheda per l’analisi e la modifica dei comportamenti problematici.

Aggressività: operatori ed utenti imparano a condividere alcuni semplici suggerimenti su come comportarsi in caso d’aggressività da parte di qualcuno.

Problem Solving: la tecnica viene descritta nelle sei tappe fondamentali, da utilizzare non solo per raggiungere obiettivi riabilitativi o cercare soluzioni a problemi comportamentali, ma soprattutto per condividere con tutte le persone significative le procedure ed applicare le stesse soluzioni, diminuendo peraltro i livelli spesso conflittuali di mancate partnership.

Tutela giuridica e provvedimenti restrittivi in ambito penale: uno spazio importante viene dedicato alla conoscenza degli eventuali provvedimenti di tutela giuridica, talvolta necessari anche per garantire al proprio familiare una sicurezza oltre i limiti della propria vita. Vengono valutati sia i diritti sia i doveri che fanno seguito ad un provvedimento di tutela giuridica. Ove possibile si mira anche a sfatare lo stigma che tuttora accompagna tali provvedimenti (interdizione, inabilitazione e amministrazione di sostegno). Vengono studiate ed approfondite tematiche relative ad un’eventuale misura detentiva alternativa al carcere o altre forme di interesse psichiatrico in ambito penale (imputabilità, partecipazione al dibattimento e pericolosità sociale).

Modello psicoeducativo: da decenni il modello psicoeducativo, che si fonda sulla metodologia cognitiva e comportamentale, è stato riconosciuto come il principale, efficace ed efficiente modello d’intervento in ambito riabilitativo e in quanto tale rappresenta la base operativa del lavoro in comunità.

Gli interventi nell’Autismo con particolare riferimento al programma TEACCH.

Progetto abilitativo e riabilitativo individualizzato: ogni operatore, in base al ruolo che ricopre, partecipa alla stesura di un progetto riabilitativo individuale, che va dall’assessment alla descrizione dettagliata del programma, in genere annuale. Il progetto è individualizzato, ma la gran parte delle attività vengono svolte nei gruppi riabilitativi strutturati; solo alcune attività vengono svolte individualmente o in un rapporto uno a uno.

Assessment del benessere psicofisico: si valutano alcuni tra i principali parametri con i quali si può descrivere il benessere psichico e fisico, che in questo caso comunque non va inteso come la semplice assenza di una condizione morbosa. Il benessere psichico e fisico può essere percepito e coltivato a prescindere dalle cure e dalle condizioni di malattia.

Attività abilitative e riabilitative: ogni attività di gruppo ha un suo protocollo di riferimento descritto in modo chiaro ed operativo. Lo stile che li distingue è quello di rendere facile ed intuitivo individuare gli obiettivi, le procedure utilizzate, la metodologia di riferimento e le verifiche. In tal modo risultano utilizzabili ed esportabili anche in diversi ambiti, con alcune opportune tarature specifiche. I protocolli vengono raggruppati in abilità di vita quotidiana, gruppi arte, competenza e ruolo sociale. Le abilità di vita quotidiana si suddividono in cura di sé, alimentazione e competenze territoriali. I gruppi arte sono tre: attività espressive, musica attiva e musica d’ascolto. Competenza e ruolo sociale comprendono i gruppi di abilità sociali, riabilitazione neuropsicologica, laboratorio di informatica e gruppo lavoro.

dott. Ascanio Vaccaro, Psichiatra, Direttore Sanitario Comunità Psichiatrica Crest Teseo.

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