LA DIAGNOSI E IL TRATTAMENTO DELLA DIPENDENZA: I MODULI DELLA DBT E L’INCONTRO CON LA MINDFULNESS, UN EQUILIBRIO TRA ACCETTAZIONE E CAMBIAMENTO.

Comunità Terapeutica Crest di Cuveglio

LA DIAGNOSI E IL TRATTAMENTO DELLA DIPENDENZA:  I MODULI DELLA DBT E L’INCONTRO CON LA MINDFULNESS, UN EQUILIBRIO TRA ACCETTAZIONE E CAMBIAMENTO.

Dott.ssa Serena Dainese, Psicologa

I MODULI DELLA DBT E L’INCONTRO CON LA MINDFULNESS: UN EQUILIBRIO TRA ACCETTAZIONE E CAMBIAMENTO

La DBT si struttura principalmente in quattro moduli ripetibili:

Ø Modulo delle Abilità di Mindfulness

Ø Modulo delle Abilità di Regolazione Emotiva

Ø Modulo delle Abilità di Tolleranza della Sofferenza Mentale

Ø Modulo delle Abilità di Efficacia Interpersonale

 

MINDFULNESS

Il primo di questi moduli, quello sulla mindfulness, è trasversale a tutti gli altri e viene ripreso all’inizio di ogni nuovo modulo tanta è la sua importanza.

Per mindfulness si intende la capacità di osservare in modo non giudicante l’esperienza nel momento presente, dirigendo la propria attenzione al qui e ora con accettazione.

Questa abilità, coltivabile in ogni individuo attraverso la pratica, è di estrema importanza proprio per la presenza di un non giudizio che si contrappone all’esperienza appresa spesso invalidante.

Coltivare la mindfulness aiuta ad osservarsi e a dare un nome a quello che ci accade, senza volerlo rendere qualcosa di diverso da quello che è.

Non è una forma di controllo, né tantomeno un’attività finalizzata a un risultato.

La mindfulness è fine a se stessa in quanto accettazione del momento presente.

In questo senso è spesso erroneamente fraintesa con un senso di rassegnazione. Al contrario, la capacità di stare fermi è una forma di azione, in quanto implica intenzionalità.

Anche se non nasce con l’obiettivo di rilassamento, uno stato di calma e di benessere possono divenirne le naturali conseguenze, proprio perché la pratica agisce a livello neuronale, rinforzando le connessioni sinaptiche e favorendo il rilascio di neurotrasmettitori quali la serotonina (Siegel, 2010).

In linea con la concettualizzazione di mente saggia della DBT, la mindfulness viene utilizzata all’interno del trattamento residenziale proprio a favore di una maggiore consapevolezza, di sé e del proprio sentire e di integrazione della mente razionale ed emotiva, all’interno di un equilibrio dinamico.

Al suo interno si differenziano le “abilità di contenuto”, quali quelle di:

Ø Osservare

Ø Descrivere

Ø Partecipare

e le “abilità formali”, che fanno riferimento a:

Ø Un atteggiamento non giudicante

Ø Concentrarsi su una cosa per volta

Ø Essere efficaci

Le prime hanno l’obiettivo di sviluppare uno stile di vita improntato a una partecipazione consapevole al fine di ridurre comportamenti impulsivi legati allo stato affettivo.

Attraverso l’osservazione e la descrizione si impara infatti ad assistere agli eventi così come sono, senza cercare di interromperli o prolungarli, denominandoli e permettendo di distinguere ciò che è la realtà da una nostra interpretazione della stessa.

Le altre abilità si riferiscono invece alle modalità con cui si attuano le prime. Abituarsi a non dare valutazioni estreme e alternate, tipiche di un funzionamento borderline, prediligendo un approccio neutro alle cose aiuta ad agire sui comportamenti senza paralizzarsi in etichette auto ed etero limitanti.

Dirigere inoltre l’attenzione su una singola attività riduce l’effetto distrattore esercitato da pensieri disturbanti, aiutando il soggetto a convivere con essi e a continuare a essere presente nonostante possa trovarsi in situazioni difficili.

Ciò ben si collega alla capacità di essere efficaci, non tanto legata a categorizzazioni in termini di giusto e sbagliato, quanto piuttosto a comportarsi in modo da generare conseguenze favorevoli che non danneggino il soggetto stesso e il suo ambiente (Linehan, 1993).

REGOLAZIONE EMOTIVA

La DBT spiega i comportamenti disfunzionali, quali ad esempio il consumo di droga, come soluzione adottata dal soggetto per far fronte a emozioni negative intollerabili, spesso secondarie ad emozioni primarie non riconosciute che risulterebbero invece più adattive.

Nei casi di gravi disturbi della personalità, come ad esempio quello borderline, le difficoltà nelle regolazione emotiva sono esasperate dall’alta sensibilità a stimoli di per sé neutri, dalla profonda intensità con cui vengono vissute le emozioni e dal lento ritorno allo stato emotivo di base.

Per questo motivo, il soggetto viene orientato a sperimentare diverse abilità di regolazione emotiva con l’obiettivo di sostituirle ai comportamenti disfunzionali ripetuti.

Le abilità specifiche di regolazione emotiva individuate dalla DBT sono:

– Identificare e denominare gli affetti

– Identificare gli ostacoli al cambiamento delle emozioni

– Ridurre la vulnerabilità emotiva

– Incrementare gli eventi a valenza emozionale positiva

– Accettare le emozioni del momento

– Attuare comportamenti di segno opposto

Per riconoscere un’emozione può essere utile individuare lo stimolo che l’ha generata e le interpretazioni che hanno orientato il comportamento.

Oltre a questo è importante soffermarsi anche sulle conseguenze generate dalla propria risposta in quanto spesso la funzione dell’emozione è legata a vantaggi secondari rinforzati dall’ambiente stesso.

La difficoltà nella gestione delle emozioni non caratterizza solo situazioni psicopatologiche, ma può rientrare nella vita di ciascuno nei momenti di maggiore stress.

A tal proposito è indicato ridurre la propria vulnerabilità emotiva, agendo sui fattori che la possono influenzare, quali una scorretta alimentazione, l’assenza di esercizio fisico o di attività che rimandano un senso di autoefficacia e una scarsa attenzione al riposo del corpo e della mente.

In questo senso, anche incrementare le attività piacevoli favorisce la sperimentazione di emozioni positive in modo da controbilanciare quelle di segno negativo, vissute così facendo come transitorie.

Accettare infine le emozioni, anche se negative, senza giudicarle, permette di eliminare una quota di sofferenza aggiuntiva generata da sentimenti secondari (Linehan, 1993).

DISTRESS TOLERANCE

Questo modulo affronta il tema della sofferenza in una prospettiva che si avvicina molto a quella orientale, distinguendo il dolore generato da eventi negativi, talvolta anche traumatici, dalla sofferenza procurata dal nostro stesso pensare e agire.

La tolleranza della sofferenza, infatti, è la capacità di fare esperienza del proprio ambiente e dei propri vissuti emotivi così come sono, accettandoli senza alcun tentativo di modificarli.

Accettazione non va tuttavia fraintesa con rassegnazione e approvazione.

Mentre queste ultime si associano a un atteggiamento passivo nei confronti dell’esperienza, la prima implica un’intenzionalità, una partecipazione attiva alla propria situazione di vita che prende atto del momento presente.

Le strategie indicate per la sopravvivenza alla crisi sono quattro e fanno riferimento alle abilità necessarie per riuscire a stare nella crisi quando non è immediatamente modificabile. Esse sono:

– Distrarsi

– Prendersi cura di se stessi

– Superare il momento

– Considerare i pro e i contro

Nell’abilità del distrarsi sono incluse diverse possibilità, quali ad esempio il dedicarsi ad attività nuove che coinvolgono la nostra attenzione, dare il proprio contributo a favore di un obiettivo comune, riconsiderare la propria situazione confrontandosi con chi sta peggio, allontanarsi fisicamente da uno stimolo disturbante e pensare ad altro.

Nel prendersi cura di sé stessi si richiamano invece le sensazioni generate dai cinque sensi, cercando di agire sui miti legati a questo tema. Molti pazienti faticano infatti molto a prendersi del tempo per sé, provando sensi di colpa e rabbia, quasi non se lo meritassero. Abituarsi a prendersi cura di sé aiuta invece a crearsi e a difendere un proprio spazio nella vita.

Superare il momento include invece strategie quali l’autoincoraggiamento, l’immaginazione e la ricerca di significato che hanno come obiettivo la modifica della valutazione di sé o delle situazioni.

Altre tecniche riguardano invece la modificazione di risposte corporee attraverso il rilassamento e l’accettazione della realtà attraverso la preghiera e la concentrazione su una cosa per volta.

Rientra in queste abilità anche la capacità di prendersi una vacanza dalla maturità, purchè sia breve e funzionale a prendersi del tempo e dello spazio per sé per riorganizzare le proprie priorità.

La valutazione dei pro e contro offre infine al soggetto la possibilità di constatare personalmente la vantaggiosità insita nell’accettazione della realtà rispetto al suo rifiuto, tenendo così in considerazione non solo gli effetti nel breve termine, ma soprattutto le conseguenze a lungo termine con le potenziali ricadute nelle diverse sfere della vita (Linehan, 1993).

EFFICACIA INTERPERSONALE

Questo modulo della DBT ha come obiettivo l’apprendimento di strategie legate all’assertività e al problem solving; si tratta infatti delle capacità di chiedere ciò di cui si ha bisogno, dire di no e gestire i conflitti interpersonali.

Il fine ultimo risulta quello di ottenere i cambiamenti desiderati, mantenendo la relazione e il rispetto di sé e ciò può venire spesso ostacolato da abilità deficitarie, preoccupazioni sulle potenziali conseguenze negative o dubbi sulle attribuzioni di merito, risposte emotive incontrollate o ancora da un ambiente invalidante che valuta l’affermazione personale come una minaccia.

L’efficacia viene esercitata in tre principali aree:

Ø Efficacia negli obiettivi

Ø Efficacia nelle relazioni

Ø Efficacia nel rispetto di sé

Le abilità necessarie per ottenere ciò che si desidera rispetto ai propri obiettivi sono:

Ø Descrivere (attenersi ai fatti nella spiegazione delle proprie richieste)

Ø Esprimere (esplicitare opinioni e sentimenti)

Ø Affermare (chiedere e rifiutare con chiarezza, senza aspettarsi che sia l’altro a doverlo intuire)

Ø Rinforzare (anticipare le conseguenze positive)

Ø Mantenere la Mindfulness (non distrarsi e mantenere la propria posizione)

Ø Apparire fiduciosi (mostrarsi competenti)

Ø Negoziare (essere flessibili, considerando soluzioni alternative)

Le abilità necessarie per mantenere le proprie relazioni sono:

Ø Gentilezza (nessun giudizio, ricatto o attacco)

Ø Interesse per l’altro (ascoltare l’altro senza interromperlo)

Ø Validazione (riconoscere i sentimenti dell’altro)

Ø Espressione con modi piacevoli (essere persuasivi e diplomatici)

Le abilità necessarie per mantenere il rispetto di sé sono:

Ø Essere franchi e leali (manifestare opinioni e sentimenti in modo chiaro e onesto con se stessi)

Ø Non avanzare scuse (non porsi con un atteggiamento di inferiorità)

Ø Seguire i propri valori (restare coerente ai propri principi, motivandoli)

Ø Essere trasparenti e onesti (non mentire)

Nel mettere in atto tali abilità, al fine di mantenere un equilibrio tra bisogni personali e richieste ambientali, è importante tenere in considerazioni anche molte variabili contestuali, quali ad esempio il grado di autorità della persona con cui interagiamo, il livello di reciprocità e l’adeguatezza del momento (Linehan, 1993).

La sperimentazione e l’apprendimento di tutte le abilità descritte nei diversi moduli è dunque una condizione necessaria per favorire la riduzione dei comportamenti disfunzionali, in quanto aspettarsi una loro sola riduzione senza essere equipaggiati di strumenti sostitutivi per stare al mondo in modo adattivo rischierebbe di spostare unicamente la dipendenza su altri oggetti.

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